Un abbraccio ci farà sentire sempre unici ma non soli

Dopo le prime tre proiezioni di Donne regole e tanti guai ci fermiamo un attimo per le vacanze pasquali, ci rimane comunque la bellissima sensazione che i ragazzi sanno darci con quello che vedono i loro occhi.

Una ragazza ci ha suggerito il dipinto di Gustav Klimt, Le tre età della donna, è una immagine molto bella, le ragazze e i ragazzi discutono e ci regalano la loro idea dello scontro/incontro generazionale che viene proiettato sullo schermo.

Una figlia dice alla madre: non mi hai mai detto ti voglio bene, l’altra figlia dice alla stessa figlia ora madre: non te l’ho detto perchè eri troppo occupata a bere.

Nelle scene finali quella stessa figlia abbraccia la madre e ha modo di dirle che le vuole bene.

Mi ha fatto ripensare al racconto breve di David Grossman: L’Abbraccio.

Una madre e un figlio si tengono per mano e mentre passeggiano nei campi verso sera la donna spiega al suo bambino perché “ognuno di noi è unico”.

 “Io non voglio che al mondo ci sia soltanto uno come me” dice Ben alla mamma che cerca invece di fargli capire quanto sia bello essere “unico e speciale”. Ma “così sono solo!” sottolinea il bambino confessando la sua paura della solitudine. Ben si preoccupa che anche la mamma sia unica e quindi sola e pure la sua cagnetta, Splendida. Arrivato alla conclusione che di “ogni persona ce n’é solo una al mondo”, il bambino si convince che sono tutti soli e non riesce ad accettarlo. Il segreto è nell’abbraccio che è stato inventato proprio per non sentirsi più soli. “Se ti abbraccio non sei più solo e nemmeno io sono più sola” gli spiega la mamma.

Questo slideshow richiede JavaScript.