The times they are a changin

Eccoci al via della tredicesima edizione di Niente da Capire, la crisi si-cura, abbiamo cambiato il template del nostro blog perchè come dice anche il titolo, che è quello di una canzone di Bob Dylan, i tempi cambiano.

Così cominciamo con Donnie Darko a farci qualche domanda e a darci qualche risposta su che cosa significa la parola crisi, che cosa stiamo vivendo e come ci cambierà se non sapremo cambiare noi e dare la direzione giusta.

Donnie Darko è un film complesso e emozionante sul cui significato si interrogano ancora in diversi, vedremo quello che ci darete voi, buon viaggio.

 

La rassegna 2012 la crisi si-cura

Il progetto Niente da Capire 2012 è una rassegna di cinema dedicata agli adolescenti, in genere delle classi seconde delle scuole secondarie di secondo grado.

Il progetto è partito dal 2000 e quest’anno il tema è la crisi che si cura, ovvero la percezione della crisi dei ragazzi e delle ragazze, non solo dal punto di vista economico ma anche da quello sociale ed etico.

I temi dei film di quest’anno saranno quindi incentrati sulle crisi nelle relazioni con i genitori e con la diversità, socioculturale e di genere.

Cercheremo di affrontare le paure verso quello che non si conosce e verso quello che è diverso da noi e lo faremo come al solito attraverso le storie raccontate sul grande schermo.

 Il nostro sguardo parte dalle considerazioni sul nichilismo dei giovani del filosofo Galimberti nel suo libro L’ospite inquietante “Il futuro non è più percepito come promessa ma come minaccia. Inquinamenti, disuguaglianze sociali, disastri economici, nuove malattie, esplosioni di violenza, intolleranze e razzismo, radicamento di egoismi, speculazioni selvagge, pratica abituale della guerra hanno fatto precipitare il mondo in una “casualità senza direzione e orientamento”

 Uno sguardo anche legato all’epoca delle passioni tristi degli psichiatri Miguel Benasayag e Gérard Schmit: «come resistere in questo mondo di bruti»,dove le passioni tristi – l’impotenza e il fatalismo – non mancano di un certo fascino.

La nostra epoca, crollato il mito dell’onnipotenza, rischia di farsi trascinare «in un discorso sulla sicurezza che giustifica la barbarie e l’egoismo e che invita a rompere tutti i legami, un discorso che assomiglia come una goccia d’acqua al discorso sullo “spazio vitale” tenuto nella Germania indebitata e disperata degli anni trenta».

Un altro importante sguardo è quello sulla società liquida descritta da Bauman: Nei suoi ultimi lavori, Bauman ha tentato di spiegare la postmodernità usando le metafore di modernità liquida e solida. Nei suoi libri sostiene che l’incertezza che attanaglia la società moderna deriva dalla trasformazione dei suoi protagonisti da produttori a consumatori. In particolare, egli lega tra loro concetti quali il consumismo e la creazione di rifiuti umani, la globalizzazione e l’industria della paura, lo smantellamento delle sicurezze e una vita liquida sempre più frenetica e costretta ad adeguarsi alle attitudini del gruppo per non sentirsi esclusa.

La Rassegna e lo svolgimento del progetto

 Nella rassegna verranno proposti come al solito 4 film:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 Quattro film con protagonisti adolescenti e storie legate tra loro da uno sguardo di ragazzi e ragazze a volte smarriti a volte di una lucidità disarmante che inchioda gli adulti: genitori, docenti, educatori alle prese con l’incapacità di offrire anche solo un abbraccio.

Generazioni che si specchiano nelle loro paure e insicurezze e nella difficoltà di aprirsi lasciando spazio alle proprie fragilità ma anche alla capacità di condividere risorse.

Biutiful è un poema sull’amore, il senso di colpa e la paternità in una Barcellona inondata dalla globalizzazione e dalle conseguenze che provoca sulle persone.

 

I film saranno presentati dal Prof. Pierpaolo Loffreda, consulente cinematografico del progetto dal suo inizio e visti insieme da 4-5 classi per ogni proiezione e successivamente commentati nei piccoli gruppi corrispondenti alle

singole classi partecipanti con l’aiuto di facilitatori (sociologi e psicologi).

 Alla fine dei singoli gruppi di discussioni i ragazzi vengono invitati a riportare in assemblea il risultato delle discussioni, anche con l’aiuto di cartelloni compilati nei piccoli gruppi.